La sola parola “diastasi” (dal greco diastasis /separazione) fa già preoccupare.

E le abbondanti informazioni che social media ed influencer diffondono a riguardo non fanno altro che aumentare l’ansia nella spasmodica ricerca della miglior soluzione a un problema che (SPOILER) nella maggior parte dei casi PROBLEMA NON È .

 

Qualche informazione basata su evidenze scientifiche e non sulle storie di Instagram può essere utile per fare chiarezza, eliminando inutili e infondate paure. 

La Diastasi addominale, chiamata anche diastasi dei muscoli retti dell’addome, consiste in una separazione in senso longitudinale dei due ventri dei muscoli retti dell’addome.

Un processo normale e fisiologico di adattamento in gravidanza: alla 35ma settimana di gestazione tutte le donne la presentano. Ma la possiamo riscontrare, come separazione di oltre 2 cm a livello della linea alba, anche tra gli uomini, nelle donne in menopausa e nei neonati.

 

La diastasi può anche associarsi a dolori di colonna o bacino, incontinenza, prolasso, disturbi della funzione sessuale, difficoltà nel sollevare oggetti pesanti o nei cambi di posizione. 

Ma il fatto che sia associata a questi disturbi NON SIGNIFICA che ne sia la causa!

 

4 falsi miti sulla diastasi dei retti dell’addome da sfatare:

 

1) Avere una diastasi dei retti dell’addome NON significa avere nulla di rotto!

La diastasi addominale spesso NON è un problema. I cambiamenti associati alla gravidanza possono creare dolori di colonna o bacino ma i muscoli addominali non sono che una piccola componente di un puzzle ben più grande e complesso.

2) Avere una diastasi dei retti dell’addome NON significa essere ammalati! 

Presente nel 100% delle donne in gravidanza, nel 50% alla sesta settimana dopo il parto, 39% dopo sei mesi la diastasi puo’ regredire molto velocemente senza lasciare alcuna limitazione di forza. In alcuni casi può richiedere più tempo. Oppure l’addome può non tornare più all’aspetto pre gravidanza. Il messaggio fondamentale è che il nostro corpo è destinato a cambiare e possiamo apparire in modo “diverso”. 

3) Gli esercizi di rinforzo NON “aumentano” la diastasi. Non c’è nessun motivo per limitare il movimento o averne paura. La strada migliore per risolvere la gran parte dei dolori di bacino e di colonna o le difficoltà nei movimenti consiste proprio nel fare esercizio. I professionisti sanitari (o presunti tali) sono spesso i primi colpevoli.

4)Avere una diastasi NON significa essere deboli! Sono innumerevoli i casi di professioniste dello sport che continuano ad avere ottime prestazioni dopo aver partorito e con una diastasi addominale ben evidente. A dimostrazione che la diastasi dei retti non è correlata a limitazioni funzionali.

 

In conclusione, la diastasi non è una condizione grave e  spaventosa come spesso viene descritta o percepita, bensì una condizione “fisiologica” che deve essere fronteggiata con un corretto approccio educativo, fisico e mentale.

Il nostro corpo è destinato a cambiare e i suoi mutamenti fanno parte della nostra vita. 

All’occorrenza per utopistiche pance piatte, photoshop e intelligenza artificiale sono in grado di fare un ottimo lavoro.

 
 
 
Gluppe, 2023, Curl-up exercises improve abdominal muscle strength without worsening inter-recti distance in women with diastasis recti abdominis postpartum: a randomised controlled trial. 
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Gluppe, 2023, Curl-up exercises improve abdominal muscle strength without worsening inter-recti distance in women with diastasis recti abdominis postpartum: a randomised controlled trial. 

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