

La fascite plantare e’ molto comune: rapprsenta circa il 10% degli infortuni legati alla corsa. E’ una infiammazione della fascia plantare solitamente in prossimita’ dell’inserzione sul calcagno. Una sua eccessiva tensione associata a continui microtraumi (spesso anche il semplice stare in piedi fermi) crea piccole lesioni nella struttura; il meccanismo riparativo che il corpo mette in atto prevede anche la deposizione di sali di calcio che aggregandosi possono formare una “spina calcaneare”. Nella radiografia si vede una neoformazione ossea appuntita. Nella maggioranza dei casi questo processo avviene senza dolore. Mi spiego: prendete qualcuno che non ha mai avuto dolore ai talloni e fategli una radiografia. Avete circa il 50% di possibilita’ di trovare una spina calcaneare. Quindi spina calcaneare non significa dolore.
Il dolore spesso viene avvertito nella parte posteriore del piede soprattutto a riposo. Tipicamente primi appoggi quando ci si alza dal letto al mattino sono i piu dolorosi; il dolore puo’ anche comparire dopo alcuni km di corsa. Un rialzo sotto il tallone limita la tensione della fascia: stare in piedi con scarpe con un po’ di tacco e’ piu’ confortevole che a piedi nudi. Una delle prime strategie per limitare il fasidio e’ mettere una conchiglia in gel sotto il tallone.
Solitamente si attribuisce la fascite plantare ad un piede che prona troppo. Ma la frequenza e’ piu’ o meno simile sia in chi prona che in chi supina che in chi ha un appoggio corretto. Stesso discoro sia per chi ha il piede piatto che per chi ha un piede eccessivamente cavo. I fattori di rischio riconosciuti sono una eccesiva tensione della muscolatura posteriore (gemelli, soleo , flex delle dita, ischiocrurali ecc), poca mobilita’ della caviglia, sovrappeso, e scarsa efficienza muscolare.
Il trattamento piu’ appropriato consiste nell’individuare la causa biomeccanica all’origine del problema e correggerla in modo da evitare ricadute. Nell’immediato ghiaccio,lavori di allungamento di gamba e fascia plantare, automassaggio (con una pallina da tennis o con una bottiglietta di acqua congelata). Le onde d’urto si sono dimostrate efficaci probabilmente per il loro effetto vascolarizzante che accelera i processi di cicatrizzazione dei tessuti. Nella maggioranza dei casi sono di grande aiuto esercizi per rinforzare i muscoli flessori brevi delle dita ed esercizi di forza eccentrica per la muscolatura dell gamba.
Con una fascite plantare si puo continuare a correre. Anzi spesso e’ meglio correre che stare a riposo completo.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21916393
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15819459
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12642264

