Se fossimo composti da varie miscele di gomme e altre sostanze chimiche potremmo dire che la potenza è nulla senza controllo.
Fortunatamente non siamo pneumatici e meglio ci si addice il motto “la protezione non serve se non siamo in grado di adattarci”.
Dopo una frattura è necessario un periodo di immobilizzazione per evitare che la frattura si aggravi. Dopo una lesione muscolare è bene ridurre un pochino l’attività sportiva. Così come nel caso di un mal di schiena acuto è bene che il sedentario di turno non si cimenti subito nella competizione del boscaiolo dell’anno.
Ma cosa succede se si continuano ad usare le stampelle per settimane dopo una semplice distorsione di caviglia? Le tecniche di “protezione” vanno utilizzate nel breve termine ma sono deleterie ed impediscono un recupero ottimale se utilizzate per un periodo prolungato.
La mia nonna diceva “è meglio non vivere sotto una campana di vetro…” Non esiste livello di evidenza scientifica più elevato della mamma (della mamma).
Dopo un infortunio troppo spesso viene detto di “fare attenzione” e “non muoversi”. Troppo spesso anche prima di avere qualsiasi problema. Ma alla chinesiofobia dedicheremo un altro articolo. Un circolo vizioso di paura e immobilità impedisce di riprendere in modo ottimale le proprie attività e il controllo del proprio corpo.
Una volta superata la fase acuta è importante un approccio attivo basato sull’adattamento dei tessuti. Movimento, rinforzo ed esercizio per incrementare la tolleranza alle sollecitazioni meccaniche per muoversi in modo efficiente.
Il corpo si adatta! E anche se non avete mai sollevato nemmeno una cassetta vuota non è detto che non possiate essere voi il futuro campione del mondo di triathlon del boscaiolo!